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19 Jun

Biohazard - Uncivilization

Pubblicato da ilmusicofilo  - Tags:  #Alternative Metal

Il titolo dell'album può essere interpretato a più livelli, "Unciviltation", è un'esaltazione della inciviltà quindi di tutto ciò che è barbaro, selvaggio e non civilizzato o al contrario ne è una condanna?
E ancora la copertina che significato ha? L'immagine dei ragazzi disposti sul campo ricorda moltissimo l'organizzazione giovanile della "Hitler-Jugend" la Gioventù hitleriana, ma ciò che è più strano è che invece della croce uncinata, nelle bandiere che sventolano c'è il logo dei Biohazard; le polemiche che hanno circondato il gruppo fin dai suoi esordi comunque si riferivano proprio a questa commistione che tuttavia appariva improbabile vista l'origine di alcuni suoi componenti, tuttavia i dubbi si possono sciogliere solo conoscendo i contenuti delle loro canzoni.

"Uncivilation" è il sesto album della formazione musicale statunitense, rilasciato nel 2001, probabilmente il loro disco meno riuscito ( ma non per questo il mio giudizio è negativo) o per lo meno sembra un esperimento riuscito a metà all'insegna dell'impatto e della velocità, con l'eccezione di "Letter go" che presenta alcune linee melodiche interessanti, la vocal è un ibrido tra una voce trash molto abrasiva e un'esibizione ringhiante a metà tra trash e hardcore.
Tuttavia troviamo un pò di tutto: dal ritmo rap di "Wide Awake" alla schizofrenica "Domination" anche se la ricerca verso nuove strade musicali sembra ripetere alcuni clichè del power metal, ma del resto bisogna prenderli per quelli che sono.
Emblematico è un brano come "Uncivilation", un'esordio insolito dove si sente una voce radiofonica nel sottofondo per poi arrivare ad un incomprensibile caos vocale e sonoro che merita una decodifica solo per quanto riguarda il testo, rimane comunque un brano molto curioso e a parte alcuni acuti lancinanti è apprezzabile l'uso compatto delle tastiere, e se è curiosa l'inserzione radiofonica iniziale (e finale) ho trovato interessante la parte corale che ripete un ritornello quasi ballabile dominato dal vocione sporco di Evan Seinfeld.
Ma emblematica appare anche la parte del contenuto dove si parla di un controllo da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nei confronti della popolazione attraverso il ricorso di un vaccino esteso su scala mondiale, linea vocale a parte, rimane comunque questo il sospetto ogni qual volta ci si trova davanti alle scelte degli organismi di controllo sanitari che decidono di affrontare le ricorrenti epidemie diffusesi in questi anni con vaccinazioni di massa, scelte queste che sempre sfruttano a proprio vantaggio un panico di massa spesso indotto e irrazionale.
Sarebbe da accogliere invece in pieno l'invito espresso in forma rappeggiante dal chorus "We all go to fight for our rights"..."Andiamo tutti insieme a combattere per i nostri diritti".

Uno dei brani più noti è "Sellout" che apre la lista e ascoltando a ritroso l'album il sospetto diventa conferma, le sonorità pesanti e metalliche sono mischiate a quelle rap, a volte appena avvertite se non nella parte corale, a volte evidenti come in "Wide Awake", mentre si ricollega idealmente a "Uncivilitation" un episodio come "Domination" di cui bisogna cogliere l'essenza e l'attualità almeno per quanta riguarda alcune istanze che erano dei giovani di dieci o venti anni fa e che lo sono dei giovani di oggi, probabilmente davanti ai poliziotti che in tenuta antisommossa manganellano giovani, donne, anziani ogni qual volta si protesta per delle istanze spesso giuste, verrebbe la voglia di ricordarsi di quanto dicono i Nostri: < The confrontation was not created by the police, the confrontation was created by the people who charges the police. The policeman isn't there to create the disorder, the policeman is there to presever the disorder> .."Il confronto non è stato creato dalla polizia, il confronto è stato creato da persone che pagano la polizia, il poliziotto non è lì per creare il disordine ma per preservare il disordine> e se il dubbio iniziale circa l'orientamento dei Nostri era più che legittimo questa canzone toglie ogni dubbio circa la condanna di ogni forma di sfruttamento e di dominio basato su principi razziali.

Abbiamo quindi due piani, da una parte quello molto interessante del contenuto che non appare mai banale e scontato, dall'altro quello musicale variegato e dominato dal caos stilistico anche se non mancano numerosi spunti in questo lavoro eterogeneo che non sarebbe stato male rendere più accessibile sul piano della fruibilità musicale, ne è conferma l'abbordabile "Letter go" che presenta invece una struttura piacevole e in controtendenza con il resto del'offerta musicale.

Comunque da non buttare insieme all'acqua sporca....

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