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18 Jun

Into The Electric Castle - Ayreon

Pubblicato da ilmusicofilo  - Tags:  #Progressive metal - Symphonic metal

Una super band? È più che lecito pensarlo dal momento che gli "Ayreon" sono nati per iniziativa di uno straordinario musicista che risponde al nome di Arjen Anthony Lucassen che ha una caratteristica unica: si serve in ogni progetto musicale di formazioni fluttuanti, sarebbe, quindi più corretto parlare di Lucassen e le sua orchestra.
Una line-up che si arricchisce di volta in volta di eccellenti strumentisti che contribuiscono a rendere preziosi articolati progetti musicali sicuramente non in inquadrabili in un genere "leggero", dopo l'ascolto di ogni suo album ci si rende conto di aver concluso un percorso fatto di bellezza, genio e sapienza musicale, non è azzardato parlare di capolavori davanti a dei lavori così ricchi e coinvolgenti.
A volte si sottovaluta la passione ma Lucassen è uno che di passione musicale ne ha tanta e lo dimostra in questo grande album intitolato "Into The Electric Castle" pubblicato per la prima volta nel 1998, è un disco che si ascolta molto bene, complici le melodie sinfoniche che ne impreziosicono l'architettura, non è un disco facile e credo che Lucassen facile non lo sia mai stato a partire dall'ottimo debut del 1995 intitolato "The Final Experiment", i punti di riferimento di Arjen Lucassen sono tanti e ognuno potrà ritrovare le sonorità più diverse, in alcuni brani addirittura sembra di ascoltare i migliori Genesis, ma si tratta di corrispondenze che non inficiano la personalità dell'autore e l'assoluta originalità del suo lavoro di cui è il direttore d'orchestra.

La struttura complessa dell'album non ci impedisce però di trovare un filo conduttore: ci troviamo in una rarefatta epoca che comprende più periodi, non identificabile temporalmente nè localizzabile nello spazio la cui meta finale è un castello elettrico, luogo simbolo alquanto misterioso che costituisce la nemesi rigeneratrice dei sopravissuti, sarò proprio questa motivazione a costituire la forza interiore che consentirà a questo gruppo di eroi sopravissuti di raggiungere la meta delle mete.
Bisogna sgombrare il campo da possibili equivoci che si possono ingenerare quando si parla di obiettivo finale: non c'è un intento religioso, l'atmosfera è fantastica ed epica e il percorso del gruppo sembra anche un percorso mentale del singolo che intraprende una via intensa fatta di sentimenti forti, di sfumature, di gioia e di malinconia.
Se a questo percorso intellettuale poi si aggiunge quel tocco di psichedelia, ci rendiamo conto che ci troviamo davanti ad un album che abbatte tutti gli schemi precostituiti, un'autentica sorpresa che ci cala in un universo musicale suggestivo e fascinoso il cui riverbero lo si avverte anche quando l'ultima nota si è sparsa nell'aria.

Il lavoro è lungo (17 pezzi musicali che si dispiegano in un'ora e tre quarti) ma si arriva abbastanza agevolmente alla fine grazie anche alle scelte originali del suono, comunque i brani vanno ascoltati e va compreso il testo che rappresenta proprio in questo lavoro una componente fondamentale, una nota a parte riguarda la bellissima copertina dell'album prodotto in due supporti compact, ho ritrovato un'immagine che sembra tratta da "Il Signore degli Anelli" che non escludo possa essere stata almeno una delle fonti letterarie di Lucassen, cosa non improbabile dato che tutto il genere fantasy ha comunque attinto a piene mani dal genio di Tolkien.

Non c'è un brano che sopravanza rispetto agli altri, basterebbe comunque ascoltare come anteprima il brano di apertura intitolato "Welcome In The New Dimension" e tutto il resto viene dopo, ci si sente davvvero catapultati in una dimensione atemporale in cui la voce narrante dice "Do not be afraid for I am merely the vocal manifestation of your eternal dreams" "Non abbiate paura perchè io sono soltanto la manifestazione vocale dei vostri s

Proprio questa dimensione atemporale è la dimensione onirica che sembra raggiungere il climax in ogni brano, dopo l'ascolto ci si sente davvero appagati, prendiamo ad esempio un brano come "Time Beyond Time", già la parte cantata egregiamente (nel senso letterale del termine) ci induce a ritornare indietro e ad riascoltare la canzone se poi aggiungiamo il pregevolissimo assolo del flauto ci rendiamo conto che ci troviamo davanti a qualcosa di davvero speciale.

Ecco questo è il classico esempio a cui faccio spesso riferimento quando parlo di buona musica: quando la parte strumentale è di assoluta eccellenza anche il testo diventa tale, si può ascoltare un brano lunghissimo come "Amazing Flight" e arrivare alla fine senza sentire nessun spossamento, il fascino sprigionato è indiscutibile, si aprrezzano tutti gli assoli eseguiti magistralmente, le armonie sono quelle giuste sintonizzatore e flauto convivono perfettamente senza disturbarsi e quando anche sembrano rivaleggiare ne esce fuori un melodico di grande spessore.

Potrei fare uso abbondante di aggettivazioni sarebbe solo una stucchevole esibizione di inutile ridondanza, l'invito che è anche una raccomandazione è di non perdere l'ascolto di questo album, merita davvero.

"Il beneficio ridonda spesso in onore del benefattore"

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