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19 Jun

Tiamat - Sumerian Cry

Pubblicato da ilmusicofilo  - Tags:  #Death Metal

ADDETTI ALLE POMPE FUNEBRI ALL'OPERA: UN RUMOROSO FUNERALE NOTTURNO!____Cenere alla cenere, polvere alla polvere_______

Dietro a un titolo che non lascia nulla ( o tutto) all'immaginazione, nel 1990 i Tiamat formazione musicale svedese di impronta death metal, esordiscono con questo album intitolato "Sumerian Cry", se l'abito "fa sempre" il monaco ( parafrasando e rivisitando il celebre detto), questo è l'album dove l'ambientazione funeraria già si presente nei titoli di alcuni brani come "Necrophagous Shadows" e "Nocturnal Funeral", insomma siamo immersi nel dark più nero dove non si vede nessuna luce, chiusa la bara il buio è eterno!!!

Vediamo l'unico pregio di questo album: davvero bella la copertina di questo debut dove è raffigurata una scala ai cui piedi sul lato sinistro ci sono quattro lupi, la scala appare infinita e sullo sfondo una montagna innevata nella parte superiore, sulla quale si irradia una luce accecante che viene dall'alto.
Nella parte centrale della copertina in alto campeggia il nome Tiamat sopra delle ali di un pipistrello gigantesco e di una stella a cinque punte. Il disco inizia con un brano intitolato "Sumerian Cry" (Part I) dove la voce cantante racconta di un sogno in cui gli è apparso un tempio d'argento ricoperto di smeraldi da cui si sente il grido dei Sumeri, un grido di dolore e mentre i Sumeri gli mostrano le tavole della legge scritte in caratteri cuneiformi, gli appaiono i terrificanti Slumbering nella loro caverna.
***Nonostante le premesse fatte bisogna riconoscere che questo brano iniziale, solo strumentale è davvero molto bello, aperto con delle sonorità sinfoniche apprezzabili, peccato che duri troppo poco! Cambia completamente la ritmica di "InThe Shrines of The Kingly Dead", nonostante la voce cavernosa di Hellsalughter il brano si può ascoltare anche se sembra di essere entrati negli antri sotterranei che si vedono nelle scene del film "Conan il Barbaro".
Musicalmente il territorio d'appartenenza è quello di un metal rozzo e primordiale anche se in "The Malicous Paradise" l'apertura fa ben sperare, poi il suono sembra arenarsi in un ritmo paludoso ossessivo e monotono che rimane pressochè invariato per oltre quattro minuti.
Non cambia il ritmo nel rumoroso "Nocturnal Funeral", le coordinate stilistiche sono le stesse anche se ci sono degli spunti musicali interessanti, poi purtroppo il suono diventa un blocco monolitico impenetrabile, il testo parla di sepoltura, cenere alla cenere e polvere alla polvere, di una sepoltura notturna e di una voce che proviene dalla tomba che da umana si è trasformata nella voce del demonio.....brrrr!

GIRO TURISTICO AL CIMITERO: OMBRE NECROFAGI

L'asfissiante cappa di sonorità cupe e di malessere tocca il suo apice in "Necrophagous Shadow", l'ambientazione cimiteriale da camposanto inglese monumentale è da brivido, ci sono tutti gli elementi che servono: luna calante, corpi carbonizzati e putridi e l'immancabile voce demoniaca che viene dal sottosuolo; il tour terrorizzante è allietato da ombre di necrofagi danzanti, il male è in agguato ovunque mentre una brezza infernale lambisce le lapidi! Il tutto cantato con una voce così terrificante e profonda che sembra venire dall'Ade, il novello Tiresia si esibisce in una perfomance degna di una colonna sonora da film horror.

Il resto della title track è una discesa negli inferi dove l'alone minaccioso pervade testi e musica, nonostante il testo demoniaco e perverso, qualcosa si salva in "Where The Serpents Ever Dwell" se non altro perchè si sforzano a creare un'atmosfera macabra con un suono lento e cadenzato dall'incedere pesante!!!

Il giro al cimitero è finito!!!

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