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20 Jun

Duke Ellington - Indigos

Pubblicato da ilmusicofilo  - Tags:  #Jazz

Non è superfluo ricordare Duke Ellington con l'appellativo con cui tutti universalmente ormai lo chiamano " il Duca", ma questo geniale compositore e musicista di primissimo piano è stato sicuramente un punto di riferimento per intere generazioni di jazzisti ed è imprescindibile, ancora oggi, per chiunque voglia "fare jazz".
Non c'è nessuna differenza tra il repertorio accademico e quello jazzisitco
da camera, siamo a livelli altissimi e per chi non lo conoscesse, suggerisco l'ascolto di questo autentico gioiello musicale datato 1957 e intitolato "Indigos". È comunque da valutare positivamente la riproposizione su supporto CD di 10 brani che sono letteralmente introvabili nella antica versione analogica registrata su nastro e poi riversata su supporto vinilico, del resto questo è l'unico modo per recuperare vecchie incisioni che cadrebbero nel dimeticatoio o rimarrebbero solo tra gli ascolti di passatisti ed appassionati. Sicuramente ci sono due scuole di pensiero: da una parte coloro che sostengono che le canzoni debbano essere riproposte nella versione "sporca" originale e dall'altra parte coloro che sostengono che è meglio riproporre una versione "pulita" digitalizzata della versione originale, io
personalmente propendo per la prima scelta anche se mi rendo conto che la versione originale potrebbe fare storcere il naso a chi preferisce i remix ed arrangiamenti attualizzati, tuttavia, nonostante le registrazioni risalgano al 1957 la qualità del suono è eccellente, considerando che la casa di produzione, la Columbia, era già all'epoca ad un livello avanzatissimo per quanto riguarda il livello tecnologico delle registrazioni. Basterebbe ascoltare "Solitude", il brano che fa da apripista per rendersi conto di come gli arrangiamenti non facciano una piega e di come si possa creare sin da subito un afflato che crea empatia tra l'ascoltatore e l'impareggiabile esecuzione pianistica di Duke Ellington, ne esce fuori un suono sinuoso, delicato ed evocante di primissimo livello. Sentire la versione di "Night and Day" secondo Duke Ellington, significa immergersi in un'atmosfera magica dove le evoluzioni solistiche sono perfettamente sostenute da un corredo strumentale discreto che tende a non sovrapporsi ad un'esecuzione perfetta che nota dopo nota riesce ad ammaliare l'ascoltatore, brano strumentale di grande eleganza e di straordinario livello tecnico-esecutivo.

Possiamo definire virtù allo stato puro e non virtuosisimo esibizionistico, "Mood Indigo", un altro bel brano strumentale dove oltre ad apprezzare la parte solistica al piano di Duke Ellington, si segnalano delle staffette con la tromba che non diventano mai duelli, tutto l'impianto musicale è armonico grazie ad un'orchestra che asseconda il Duca che anche dal piano tiene la rotta ben dritta della direzione musicale. Non si può non citare un brano diventato ormai un classico come "Prelude to A Kiss".....si un preludio al bacio grazie all'atmosfera romantica che riescono ad evocare le note che si stagliano dal pianoforte, una grandissima esecuzione che piacerà anche ai profani; aggiungo in questa personale selezione che non segue l'ordine della lista "Willow Weep For Me"..."Piangi per me" che si apre con la tromba ed un motivo orchestrale di cui sentiamo nostalgicamente bisogno ogni qual volta facciamo degli impari confronti con tanta musica spazzatura che da tempo sta ammorbando l'aria e rompendo i timpani, anche questo è un brano che evoca immagini cinematografiche...manca solo Bogart!!!!
Aggiungete "Tenderly" tra i preferiti e apprezzatene la melodica,merita!!!!
Così come merita "Dancing In The Dark" che conserva un'idea di freschezza e di poesia immediata..ancora oggi a distanza di tanti anni!


****** 6 stelle al Duca.......la sesta la aggiungo io...pezzi fuori competizione per evidente superiorità..........

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