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18 Jun

Sigh - Gallows Gallery

Pubblicato da ilmusicofilo  - Tags:  #Black-heavy-metal

Ci sono voluti quattro anni, ma dopo qualche vicissitudine i Sigh, gruppo nipponico Black-heavy-progress metal hanno dato alla luce il loro sesto album dopo essere stati autori di un ottimo esordio datato 1990.
Questo gruppo giapponese può apparire esagerato e caricaturale sino all'estremo ma alla fine dell'ascolto di questo "Gallows Gallery" pubblicato nel 2005 si intravvedono delle grandi picchi di genialità, vediamo se il loro prossimo lavoro che manca ormai da troppo tempo, confermerà questo miglioramento che album dopo album i Nostri dimostrano di avere in un terreno in cui è comunque arduo e difficile cimentarsi, vista la nutrita schiera di concorrenti che si affollano nel palcoscenico del genere metal.

Comunque dopo l'ascolto delle sedici tracce contenute nell'album le capacità artistiche di questi artisti giapponesi non sono in discussione, ci muoviamo quindi nell'infido e melmoso terreno del gusto personale, da precisare ancora una volta vista la protervia di coloro che in maniera cilatronesca sono troppo attaccati ad etichettature che sanno di formalismo che è impossibile dare una catalogazione ben definita a questo o quel gruppo, dato che i migliori musicologi contrastano con dovizia di particolari queste assurde catalogazioni che non hanno nè capo nè coda.
Per gli amici della musica basta una parola "rock" e possiamo aggiungere hard, il resto è noia e i Sigh sono tra i gruppi più contaminati ( giudizio positivo) che ci sono nel panorama musicale, sono incatolagabili perchè attingono da tutto e da tutti.
Mi trovo ancora una volta a parlare dela parte vocale interpretata dal versatile cantante della band, quel Kawashima che potrà non incontrare i favori di taluno, ma che si lancia in diverse perfomance che non possono non piacere agli amanti del genere, la sua voce è assolutamente spaventosa ( inteso nel senso di fenomenale) e il livello tecnico del suonato è straordinario, merito degli assoli stratosferici di un ospite esterno come Paul Groundwell coadiuvato dal bravo chitarrista Ishikawa che ha un solo difetto, quello di avere un nome non facilmente memorizzabile.

Il brano di punta dell'album è "Pale Monuments", un brano che va metabolizzato: vorrei segnalare il contrasto del contenuto del testo con la parte musicata, decontestualizzando il testo dalla parte musicale ci si rende conto che ci si trova davanti ad un testo altamente poetico, quel "colored wind" "vento colorato" è più di una parte di una strofa, anch'io vorrei chiudere gli occhi nel vento colorato e lasciarmi andare, alla fine della fiera il brano per la sua particolarità non può lasciare indifferenti, la presenza di dinamiche efficaci lo rende fruibile , ottimi gli arrangiamenti e le ritmiche, oltre tre minuti e mezzo di buona musica.

Altro brano da annoverare per il suo incedere incalzante è "The Enlightments Days", l'incipit è davvero travolgente, semplicemente irresistibile, probabilmente è presente il ricorso a qualche trucco sulla parte vocale perchè sembra di sentire una parte corale in quanto il cantato che si diffonde appare dispiegarsi a più voci, non indagheremo oltre, nel 2005 il ricorso al digitale era frequente.

Non posso non segnalare la splendida "Confession to Be Buried" numero quattro della track list, un gioiello costruito con molto gusto e ricercatezza, il testo nella prima parte è sviluppato in negativo, dove il "non" (inteso come avverbio) prevale su ogni frase ma ancora una volta è evidente il contrasto tra quanto cantato e quanto suonato: un bel contrasto. Da menzionare "Midnight Sun" che già all'apertura ci presenta una canzone che se da un lato ricorda le colonne sonore dei cartoni animati giapponesi dall'altra parte risulta essere un brano orecchiabile dominato dalla voce (in questo caso briosa) dell'ottimo Kawashima.

Luci d'artista, mi garba questo rock alla.............giapponese!

Consigliato senza remore!

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